crocus in giardino
di cesare re
Nikon D810; Micro Nikkor 105 f 2,8 afd; treppiede; flash sb 900; separato con cavo sc 17 (1/60 sec; f/16; ISO 100, media compensata).
Un crocus tira l’altro
Uno dei vantaggi della Macro Fotografia è la possibilità di trovare soggetti interessanti, senza viaggiare, anche in casa o in giardino. Un vaso di fiori e alcune foglie possono diventare spunti per scattare immagini interessanti o, se non altro, per fare un pò di esercizio fotografico. Potremmo definire questo genere di Macro Fotografia (o Close Up), una sorta di “fotografia casalinga”, non certo per sminuirla, però. Per l’appunto, qualche giorno fa, in una delle fioriere di casa, sono spuntati alcuni crochi, in una posizione scomoda, per la verità, ma veramente a km zero, anzi a metri zero, praticamente. Tra l’altro, mi è venuto in mente che, il mio primo articolo pubblicato, in assoluto, era illustrato con fotografie scattate nel giardino del babbo, nel lontano Luglio 1999: “I Fiori nel Giardino”: una serie di macro fotografie di fiori, petali e gocce d’acqua, scattate in un lungo periodo di convalescenza che mi teneva lontano dalle montagne e bloccato in casa. Per i curiosi, alla fine di questo testo, trovate un estratto di questa mia prima assoluta. Poi sono seguiti quasi 1000 articoli, su numerosissime riviste.
Interpretazione del soggetto
Lo scatto sopra e il primo sotto rappresentano il soggetto in una maniera piuttosto naturale, con la messa a fuoco sui pistilli e lo sfondo leggermente soffuso, in modo da concentrare l’occhio dell’osservatore sul soggetto. L’inquadratura è selettiva. Il soggetto diventa il crocus a sinistra, con il pistillo ben nitido e a fuoco. In questi soggetti si mette sempre a fuoco il pistillo. Nikon D810, Micro Nikkor 105 2,8 AFd, f16; 1/25; iso 100. Treppiede. Il flash, un sb 800, era piazzato lateralmente, sulla sinistra, in modo da mischiare la luce ambiente con quella artificiale. Era collegato alla fotocamera con un cavo sc 17. Il diaframma è chiuso per avere una profondità di campo estesa.
Profondità di campo limitata
I soggetti seguenti, invece, sono stati interpretati modificando la luce naturale con il flash, oppure con varie regolazioni di diaframma per modificare la profondità di campo, riducendola, in maniera molto netta. Nulla vieta, però, di cercare immagini soffuse, diverse, con sfocati netti ed evidenti, come nelle foto sottostanti. Nella foto sotto, la messa a fuoco è su un petalo, il più vicino. In genere, in questo genere di foto, si mette sempre a fuoco il pistillo. In questo caso, il soggetto è totalmente interpretato e diverse dai classici scatti di macro fotografia. Il diaframma è apertissimo, per ottenere profondità di campo ridottissima. Nikon D810, Micro Nikkor 105 2,8 AFd, f3,5; 1/160; iso 250.
Modifica del Bilanciamento del bianco
In genere il bilanciamento del bianco è uno dei pochi automatismi che funziona piuttosto bene. Scattando in RAW è poi possibile modificarlo in post senza problemi. Nella prima foto, sotto, è in automatico. Nella seconda è stato modificato, in post, in settandolo in “nuvoloso”. Il risultato è molto diverso. Il secondo scatto è nettamente più caldo e, a mio avviso, piacevole. Il cielo non era nuvoloso…Entrambe le foto: Nikon D810; Micro Nikkor 105 2,8 afd; 1/200 sec; f/4,0; ISO 250. In luce naturale.
Sotto: il mio primo articolo, testi e foto, pubblicato sulla rivista FOTOGRAFIA REFLEX, nel lontano 1999. Ne sono seguiti quasi un migliaio, sino ad oggi. Tutte le foto sono state scattate nel giardino del mio babbo. Tutte con Nikon F90x. Pellicola Kodakchrome Elite 100. Treppiede. Ottiche: Micro Nikkor 105 2,8 AFD e Micro Nikkor 60 2,8 AF. Per alcuni scatti è stato utilizzato il soffietto PB6, per altri i tubi di prolunga.
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