Due “vecchie” fotocamere?

di cesare re

sole in cima al monte bianco

La Nikon F 5 e la Nikon F 90 x con l’impugnatura aggiuntiva montata. Due tra le fotocamere analogiche che ho utilizzato maggiormente. Di F 90 x ne avevo due. Ho usufruito parecchio anche di una Nikon FE 2, con calotta grigia e di una FE, nera. In epoca “preistorica”, ho utilizzato una Minolta X700 e una Minolta XG 9.   

Due vecchie fotocamere? Quando pubblico foto originate da diapositive, è come se le “vecchie” fotocamere a pellicola riprendessero vita. Quando lavoro a un progetto fotografico corposo e complesso, in genere un libro, spesso, tendo a ribaltare tutto il mio archivio fotografico di quello specifico argomento, non solo cercando nei numerosi hard disk, ma anche “ravanando” nei vari metri cubi di diapositive. Se scansite con perizia e con una scanner dedicato di alta qualità (e alto costo…purtroppo) le diapositive possono tranquillamente essere stampate in tipografia, con risultati eccellenti. Mi viene spontaneo pensare che la maggior parte delle mie diapositive sia stata scattata, per parecchi anni, con le stesse fotocamere, le due Nikon di cui sopra: Nikon F 5, l’ultima vera professionale a pellicola (si so che c’è stata anche la F6, ma era fuori tempo massimo, a mio avviso) e la Nikon F 90 x (le F 90 x, in verità. erano 2). I file digitali che riempiono di giga i miei hard disk, invece, sono stati originati da moltissime fotocamere digitali, anche troppe, direi. L’obsolescenza del digitale, si sa, è rapidissima, come la durata di alcune immagini sui social che si condensa in un paio di click sul telefono. Per fortuna, poi, ci sono i libri, uno dei pochi modi rimasti per rendere vive e durature le fotografie. Insomma, quando pubblico foto originate da diapositive, è come se le “vecchie” fotocamere a pellicola riprendessero vita. Oggi le mie fotocamere a pellicola (analogiche è proprio un termine che non mi piace) fanno bella mostra nella mia libreria e in qualche scaffale del mio studio. Ogni tanto, però, mi pervade l’idea di scattare qualche rullino di diapositive. Non tutti lo sanno, ma per lavorare per l’editoria (libri e riviste) si scattava in diapositiva a colori. In questo modo la qualità di stampa era molto alta, in quanto si mandava in tipografia direttamente la diapositiva. Scattando in negativo, invece, era necessario fare un passaggio in più, ovvero era necessario sviluppare il negativo e stamparlo. Questo passaggio in più creava un maggior decadimento di qualità, rispetto all’utilizzo diretto della diapositiva. Diverso il discorso relativo alla fotografia panoramica in pellicola. Ancora oggi, qualche volta, utilizzo la fotocamera panoramica Horizon 202. Se ti interessa l’argomento, ne ho parlato anche qui: Panoramiche con la Horizon. Quando devo scansire le dia, utilizzo lo scanner Nikon Coolscan V, ottimo strumento per digitalizzare questi supporti.   

 

 

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