Foto del cavolo

di cesare re

Nikon D810; Micro Nikkor 70-180 AFD 4,5/5,6; focale 180 mm; Media Compensata; 1/60 sec; f/16; ISO 100; Treppiede Gitzo; Flash SB 800; separato dalla fotocamera con cavo sc 17

Macrofotografia: il cavolo, un soggetto semplice da trovare, con molti spunti fotografici. 

Se la macrofotografia è una delle tipologie fotografiche più complesse e con più regole e dogmi è anche un genere che non richiede grande sforzo per trovare i soggetti per le nostre immagini, a meno di non cimentarsi nella ricerca di qualche raro insetto o di specie botaniche molto specifiche. A volte basta una fioriera, magari uno spazio sul balcone di casa, e il gioco è fatto. E proprio in questo senso, nella stagione invernale, un’idea interessante può essere fotografare i cavoli ornamentali. In un qualsiasi vivaio ben fornito potrete scegliere tra quelli bianchi e quelli fucsia. Belli entrambi. Da fotografare, secondo me, sono meglio quelli fucsia. Comunque entrambi si prestano per delle buone macro.  Insomma…il risultato sarà sicuramente una “foto del cavolo”, nella migliore accezione del termine, però

Eccolo. Il cavolo ornamentale, così come è. Senza interpretazione fotografica alcuna, se non la scelta del formato quadrato. Nikon D810; Micro Nikkor 60 AF 2,8; Media Compensata; 1/40 sec; f/11; ISO 200; Treppiede Gitzo. Luce naturlae. 

Punto di messa a fuoco e profondità di campo

Nella fotografia di fiori, una delle prime regole è scegliere con precisione il punto di messa a fuoco che è sempre, o quasi, sui pistilli. In questo caso, però, i pistilli non ci sono. La procedura diventa, quindi, un po’ più libera. Il punto di messa a fuoco è uno e soltanto uno, in fotografia. Scegliamo con cura dove focheggiare e regoliamo poi la profondità di campo, col diaframma, chiudendolo per aumentarla e aprendolo, per diminuirla. Proprio così, non sempre è necessario avere una profondità di campo estesa, anche se i crismi classici della macro tendono a questa scelta espressiva. Per i cavoli, possiamo anche ragionare diversamente e non solo per loro. A volte si ottengono immagini suggestive anche con diaframmi aperti, giocando sugli sfocati, ottenendo foto soffuse e quasi oniriche. Da ricordare che più ci avviciniamo al soggetto e più la profondità di campo diminuisce. Più la nostra focale è lunga e più la profondità di campo diminuisce. Più è alta la risoluzione del sensore, in rapporto anche alle dimensioni fisiche dello stesso, e più la profondità di campo diminuisce. Ho parlato della profondità di campo, anche in questo post: La Profondità di Campo in Macrofotografia.      

 Composizione

Le regole di composizione, o meglio “i consigli di composizione” (come li definiamo nei corsi di FotoPerCorsi), sono le stesse della fotografia in generale e della macro nello specifico, anche se stiamo fotografando dei cavoli. Per forma estetica, se si scatta all’intera pianta, il cavolo rende molto nel formato quadrato, per una questione di proporzioni e di simmetria, soprattutto ripreso in pianta (dall’alto), come si vede nella foto sopra. Mi piace l’idea di definire questa foto come un’immagine zenitale, citando il grande Massimo Sestini (perdono!), celeberrimo fotografo italiano. Lui di certo non scatta foto del cavolo, però!

 

 

 

Nikon D810; Micro Nikkor 70-180 AFD 4,5/5,6; focale 180 mm Media Compensata; 1/60 sec; f/16; ISO 100; Treppiede Gitzo; Flash SB 800; separato dalla fotocamera con cavo sc 17; tubi di prolunga. 

Ottiche e altri strumenti  

Sempre efficaci le ottiche macro con focali tra i 60 e 100 mm, ma anche di focali diverse. Visto che il soggetto, nella sua interezza, non è certo piccolo si possono usare anche altri tipi di obiettivi, per esempio il classico zoom 70-200 o similari. Sicuramente avvicinandoci molto al soggetto potremo offrire un punto di vista diverso e interessante. Anche le lenti addizionali possono aiutare ed aumentare l’ingrandimento, se non possiamo usufruire di un obiettivo macro. Bene anche moltiplicatori di focale e tubi di prolunga. Così scatterete foto del cavolo e foto del tubo! Scherzi a parte, se vi interessa l’uso di lenti addizionali, tubi di prolunga e moltiplicatori di focale, ne ho parlato in questo articolo: Macro Fotografia, sulla pagina web di FotoPerCorsi.    

Nikon D810; Micro Nikkor 70-180 AFD 4,5/5,6; focale 180 mm, Media Compensata; 1/40 sec; f/16; ISO 400; Treppiede Gitzo; Eh si…ho alzato gli iso. Cosa che non consiglio mai nei mei workshop di fotografia. Capita!…qualche volta.

Eccolo, in versione bianca. Anche in questo caso, il cavolo è fotografato per quello che è, senza interpretazione fotografica, a parte le normali decisioni necessarie per scattare la foto: composizione, formato quadrato, tempi, diaframmi, iso e poco alto.  Nikon D810; Micro Nikkor 60 AF 2,8; Media Compensata; 1/60 sec; f/11; ISO 100; Treppiede Gitzo

La Nikon D810, su treppiede, con il soffietto Nikon PB6 e un tubo di prolunga, necessario per consentire fisicamente l’aggancio tra corpo macchina e soffietto, altrimenti impossibile a causa della forma del pentaprisma. L’ottica è un Micro Nikkor da 60 mm. Si vede anche il cavo grigio, SC 17, montato sulla slitta della fotocamera. Serve per utilizzare il flash, un SB 800, separato dalla fotocamera. La luce flash è indispensabile per utilizzare il soffietto che causa una notevole “caduta di luce”, dall’ottica sino al sensore. Avremmo altrimenti tempi di posa biblici e immagini sicuramente mosse, a causa delle vibrazioni di tutto il sistema. A destra si vede il solito cavolo e la solita goccia, ma con un ingrandimento veramente notevole. Del soffietto, però, ve ne parlerò in un prossimo futuro.

Doppia esposizione

Eh son cavoli! Nel senso che sono due foto, o meglio questi 2 scatti sono, ognuno, frutto di una doppia esposizione, direttamente in ripresa.

Con la fotocamera su treppiede, si seleziona la doppia esposizione. Si scattano due foto. Il software interno della fotocamera sovrapporrà le due immagini, “amalgamandole”.

Per entrambe queste immagini ho scattato il primo fotogramma con messa a fuoco al centro del Cavolo e il secondo con messa a fuoco all’infinito. E’ una vecchia tecnica che sperimentavo già in diapositiva, per foto di fiori e vegetazione. Certo, col digitale è molto più facile ed immediato, potendo controllare il risultato. E’ anche possibile scattare due immagini, in doppia esposizione, modificando il diaframma, uno con f16, per esempio, l’altro con f2,8, modificando nettamente la profondità di campo. E’ una “tecnica” piuttosto empirica. Non resta che provare.   

Guarda i miei ultimi articoli

La Materia del Cervino

La Materia del Cervino

la materia del cervinodi cesare reLa luce dell'infrarosso rende vivida la roccia, la materia del Cervino. La texture della montagna è ben visibile anche alla bassa risoluzione del web. Provate a immaginarla in altra risoluzione, oppure stampata? L'effetto sarebbe...

leggi tutto
Share This