Il mio libro dolomiti delle meraviglie
di cesare re
Dolomiti delle Meraviglie, libro di Cesare Re. La copertina, a sinistra e una doppia pagina estesa, sulle Dolomiti del Brenta.
Elucubrazioni Fotografiche sul libro Dolomiti delle Meraviglie.
Il libro racconta le Dolomiti dal punto di vista escursionistico, con itinerari, varianti e cartine. Un mondo unico, un continuo susseguirsi di vette, pinnacoli, gole e altipiani rocciosi dal colore mutevole e sempre diverso a seconda delle stagioni, delle ore del giorno e della tipologia della luce; fitti boschi e prati fioriti circondano le rocce grigio chiaro delle quote più basse, mentre desolati altipiani rocciosi cingono le pendici delle vette più alte. Da un punto di vista fotografico le possibilità di interpretare le rocce dei monti pallidi sono infinite. In questo post, mi concentro su alcuni aspetti della scelta delle foto e della copertina e, con un rapido escursus, vi elenco l’attrezzatura fotografica utilizzata per illustrare queste pagine. Non dovrebbe essere un argomento così importante, ma tra le domande più frequenti durante i miei corsi di fotografia e i miei workshop di fotografia, non mancano mai quelle relative al mio corredo fotografico.
File digitali e diapositive
La maggior parte delle foto sono state scattate in digitale, ma alcune sono diapositive, sapientemente scansionate, col Nikon Coolscan V, tra i più evoluiti scanner da tavolo prodotto dalla casa giapponese, basti pensare che il suo cuore è costituito da un vero e proprio obiettivo fotografico da riproduzione, simile a quelli che si utilizzano negli ingranditori. La maggior parte delle immagini sono, però, file digitali. Infondo digitale o analogico che sia, parliamo sempre di fotografia…che fa anche rima…
Scelta delle foto
Selezionare le foto per un libro non è mai una cosa semplice. Il lavoro è lungo e quasi certosino, ma non è questa la sede per parlare in maniera specifica dell’editing dell’immagine. Vi racconto, brevemente, che un buon criterio che utilizzo sempre per illustrare i miei libri, è quello di ottenere un certo equilibrio tra i vari tipi di immagini, nel senso che, nella sua globalità, cerco di “mixare” la presenza di paesaggi, albe, tramonti, escursionisti, animali, vegetazione, ecc. La distribuzione dei soggetti, itinerario per itinerario, deve anche tener conto della tipologia di pubblicazione: in questo caso, ovviamente, il numero delle immagini di paesaggio sarà maggiore di quello degli animali, e così via. In genere, per ogni itinerario, si scelgono 8, 10 foto, a loro volta selezione tra moltissime altre. Il taglio deve essere sia orizzontale, sia verticale, per facilitare il lavoro di impaginato del grafico. Solo 3 o 4, per itinerario, saranno poi pubblicate nel libro. Per arrivare a questo tipo di selezione ho scattato appositamente molte immagini, ma ho anche ribaltato il mio archivio dolomitico, ovvero tantissime immagini, difficilmente quantificabili, ma sicuramente diverse decine di migliaia. Curioso il fatto che, a volte, neanche ci si ricordi di avere alcune foto che si scovano in qualche vecchio plasticone, se diapositive, oppure in qualche remota cartella di un hard disk, se file digitali. Insomma…una vera sorpresa…per quanto possa sembrare assurdo. La scelta definitiva delle immagini, ovviamente, comporta poi un lavoro in sinergia tra l’autore, l’editor, l’art director e l’editore. Alcune foto sono state scattate una decina di giorni prima del “visto si stampi”. C’è sempre qualche scatto che manca e, quindi, si provvede verso la fine del lavoro.
Scelta della copertina
Sicuramente la scelta più complicata è sempre quella della copertina. Serve un’immagine che descriva il libro stesso. Si parla di trekking e di escursioni, quindi quasi nella totalità delle guide di questo genere si trovano uno o più escursionisti che camminano, con un paesaggio rappresentativo della zona. In questo caso, però, ho scelto appositamente una foto meno rappresentativa, visto che la guida racconta di diverse zone dolomitiche. Mettere, quindi, uno scatto di un gruppo montuoso troppo famoso, come per esempio le Tre Cime di Lavaredo oppure il Sella, avrebbe connotato troppo il libro, da un punto di vista geografico, legandolo solo ad una zona specifica o a una valle singola. In questa copertina, invece, l’altipiano Puez Gardenazza così come le Odle sono identificabili solo da un occhio esperto. C’è poi lo spazio per il titolo e per i vari loghi delle Edizioni del Capricorno.
Attrezzatura fotografica utilizzata
Le maggior parte delle foto sono state scattate dal 2018 al giugno 2021, proprio appena prima che il libro andasse in stampa. Alcune immagini, però, sono state selezionate dal mio archivio e sono frutto di anni di lavoro. L’attrezzatura utilizzata, quindi, è molto varia. Ci sono alcuni scatti, pochi in verità, ottenuti con fotocamere a pellicola, come le Nikon F5, e la F90x. Una minoranza di foto è stata ottenuta con le digitali Nikon D200 e D300, mentre la maggior parte è stata scattata con le Nikon D800, D810 e, alcune, con la nuova D850. Una minoranza di file sono della Fuji XT2. Numerose anche le ottiche utilizzate negli anni. Tra le focali fisse, ho usufruito di: Nikkor 18 3,5 ais (alberi di Paneveggio), Nikkor 24 2,8 ais (una foto del Sella), Nikkor 60 2,8 afd micro, Nikkor 105 2,8 afd micro; Sigma 15 2,8 Fish Eye. Tra gli zoom, utilizzati molto più frequentemente delle focali fisse, sono stati utilizzati: Nikkor 16 – 35 4 af g, Nikkor 24 – 70 2,8 af g; Nikkor 24 – 120 3,5 / 5,6 afd; Nikkor 80 – 200 2,8 afd (n), Nikkor 70 – 200 4 af g, Nikkor 80 – 400 4,5 / 5,6 af d (recentemente il nuovo modello). Alle suddetta strumentazione si aggiungono, ovviamente: flash, filtri, treppiedi vari.
Trasporto attrezzatura
In linea di massima l’attrezzatura è stata trasportata, a volte trascinata, in una borsa fotografica, a sua volta stivata in un normale zaino da montagna. A volte, i teleobiettivi, vengono riposti nelle tasche laterali dello zaino. La reflex, con ottica montata, è in genere posta a tracolla e fissata alle cinghie dello zaino.
Uno dei capitoli dedicati alle Dolomti del Brenta, con il Crozzon di Brenta, rirpeso dai pressi della Malga Ritorto, con la Nikon F5, il Nikkor 80-200 2,8 afd (n), treppiede. Fujichrome Velvia 50. Grande pellicola…
Due delle pagine dell’itinerario della traversata delle Pale di San Martino, tra le mie montagne preferite da fotografare, per la presenza continua di nuvole che si alternano al sole, con continui cambiamenti di luce. Uno spettacolo estetico e visivo continuo. Tre scatti digiltali, con Nikon D300, D810 e D850, per l’ultimo in basso.
Due scatti delle Odle, dalla Val di Funes. Quello a doppia pagina, in alto, è uno scatto in pellicola, la solita e adorata Fujichrome Velvia 50, caricata sulla mitica Nikon F5.
25 itinerari alla scoperta delle Dolomiti. Dal Brenta a ovest alla Croda dei Toni a est, passando per tutti i gruppi principali dei Monti Pallidi: Pale di San Martino, Odle, Sassolungo, Latemar, Catinaccio, Tofane, Tre Cime di Lavaredo, Cristallo, Sorapìss, Civetta, Marmolada, Sella… Percorsi ad anello e sentieri panoramici, itinerari classici e altri più appartati, selvaggi o edulcorati da impianti e strutture ricettive, ma sempre affascinanti e adatti a tutti gli escursionisti. Per ciascun itinerario: una cartografi a realizzata ad hoc, una scheda tecnica, la descrizione del percorso, un’eccezionale apparato iconografico, approfondimenti naturalistici, storici ed etnografici sui luoghi protagonisti delle escursioni. Una guida originale. Per scoprire che, anche se sono probabilmente le montagne più frequentate al mondo (forse perché sono anche le più belle…), le Dolomiti non sono sempre troppo affollate. Basta allontanarsi un poco dai percorsi più battuti o solo di pochi metri dai sentieri per poter vivere una natura più autentica, più solitaria e selvaggia. In una dimensione diversa, spirituale.
Nelle librerie.
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