la luna sulla punta dufour
di cesare re
Non è semplice per me descrivere le sensazioni di questi momenti. Grande gioia sicuramente, ma anche una sorta di strana adrenalina. Quando ho visto la luna, proprio sopra la Est del Monte Rosa, ho iniziato a sperare che, a breve, la posizione sarebbe stata quella giusta. Erano un bel po’ di anni che “cercavo” questa foto, si proprio questo scatto. Ho tantissime immagini della parete Est del Monte Rosa, sicuramente tra i miei posti preferiti, E’ uno scenario che vorrei sempre avere davanti agli occhi. Non sono in grado neanche di quantificare i miei scatti che ritraggono questo gigantesco angolo di Monte Rosa. Posso. Il mio archivio, sulla parete Est del Monte Rosa, conta immagini nelle 4 stagioni, di giorno, di notte, all’alba e al tramonto, panoramiche, scorci dal Lago delle Locce e dai bivacchi di zona, sia in pellicola, sia in digitale. Ho pubblicato la grande parete su riviste e libri eppure “c’è sempre una foto che ti manca”, uno scatto che vorresti fare, uno scenario che vorresti fosse tuo per sempre. Questa volta, tra l’altro, la mia sessione fotografica era dedicata a scatti di acqua e ghiaccio nel torrente Anza. Sempre acqua del Monte Rosa, insomma. In un torrente ghiacciato, in pieno inverno, non ci si cala certo di notte o all’alba; anzi, sarebbe meglio entrare quando la luce illumina le forme del ghiaccio, in modo da rendere vive anche le sinuose cascatelle d’acqua che scorrono sulla roccia e negli anfratti. Il richiamo dell’alba sulla pareste Est del Monte Rosa è, però, irresistibile. Ed eccomi, ancora una volta, ad uscire di casa prestissimo, per raggiungere Macugnaga e poter iniziare la giornata nel migliore dei modi, ammirando il ghiaccio che si colora, si tinge delle tonalità del rosso e del vermiglio, con pennellate di luce che discendono lentamente dalle cime, verso valle. Questa volta, però, il momento topico è ancora antecedente all’arrivo della luce. La vera suggestione è il buio, la flebile luce della luna, che colora il ghiaccio con tonalità azzurrognole e bluastre. Di notte, o la mattina prestissimo, le sfumature blu del ghiaccio mi riportano alla mente il romanzo Blu Nord, di Ettore Zapparoli, alpinista, scrittore e musicista che visse un rapporto romantico e totalizzante con la parete Est del Monte Rosa. In realtà, il “Blu” del titolo di questo romanzo non ha nulla a che vedere con il colore che descrivo, ma si riferisce a tutt’altro. L’associazione cromatica, però, mi viene sempre naturale, quando la notte cala su questo versante del Monte Rosa. Quello che cercavo era proprio la luna che sembra volersi adagiare sulla turrita roccia della Punta Dufour. Anche questo è un momento effimero, come molti attimi di luce che raccontano i cambiamenti cromatici di alba e tramonti. In pochi minuti la luna si sposta, cambia posizione. Scatto alcune immagini, quelle che il poco tempo mi concede. Sono attimi in cui tempi, diaframmi e iso sono coordinati da mente, cuore, occhio e mani.
E’ importante che la luminosità della luna non sia molto superiore a quella della montagna. Per rendere i dettagli della luna (crateri e sfumature di colore), è necessario misurare in spot la luna stessa. La montagna risulterà più scura. Sarà, quindi, necessario schiarire leggermente roccia e ghiaccio in post produzione. Anche un leggero aumento del contrasto sulla luna, contribuirà a migliorare i dettagli e a renderli più netti. La cosa più importante, comunque, è il momento dello scatto. Immagini di questo genere non si possono scattare in piena notte. In questo caso la differenza di luminosità tra la luna e il paesaggio sarebbe eccessiva e non consentirebbe di ottenere, contemporaneamente e con un solo scatto, il dettaglio su tutta l’inquadratura (luna e montagna).
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