Panoramiche con la horizon
di cesare re

In epoca di fulgore digitale, di panoramiche ottenute con l’unione di vari fotogrammi (stitching), di foto a 360 gradi, ecco una breve selezione di foto scattate con una vecchia Horizon 202, fotocamera a pellicola ad obiettivo rotante. A volte, tornare a scattare in pellicola diventa una sorta di esercizio mentale. Non poter guardare costantemente il risultato dei nostri scatti sul monitor, costringe a scattare in maniera più ragionata e riflessiva. La fotografia panoramica in pellicola è, quindi, una sorta di slow photography, una ginnastica per l’occhio e per la mente che aiuta a riflettere sulla composizione, sull’inquadratura e sull’esposizione. La Horizon, infatti, non ha l’esposimetro incorporato. Personalmente, “mi arrangio” utilizzando la” regola del sole a f 16″. Con cielo sereno, azzurro e terso, l’esposizione “corretta” si ottiene impostando il diaframma f 16 e un tempo di posa che è il reciproco della sensibilità della pellicola: 1/125 se ho un film da 100 iso, 1/60 se ho un rullino da 50 iso, ecc. Se si utilizzano pellicole per diapositive, a volte, può essere necessario scattare alcune immagini a forcella, variando leggermente le impostazioni. Di qualità meccanica e costruttiva certamente non eccelsa, questa fotocamera monta, invece, un 28 mm, f 2,8, con lenti di buona qualità, come da tradizione russa, comprovata, per me, anche dalla pubblicazione di diverse immagini su varie riviste di carta patinata, anche a doppia pagina. La particolarità di questa macchina fotografica è l’obiettivo rotante, che si sposta sul proprio asse, (effetto orbicolare) impressionando una normale pellicola da 35 mm, ma consentendo di ottenere un angolo di campo assimilabile a 113 gradi, con prospettive particolari, da vera panoramica, senza subire, però l’effetto di allontanamento che avrebbe con un obiettivo super grandangolare.
Il formato di pellicola che viene impressionato è di 24 x 56 mm

La mia Horizon: un pò provata, scolorita, con il manettino di riavvolgimento, sopra sulla destra, danneggiato, così come la leva di riarmo dell’otturatore, sulla sinistra. Entrambi i meccanismi, però, sono perfettamente funzioannti. Insomma, la carrozzeria lascia un pò a desiderare, ma la qualità ottica della lente, il 28 mm, è buona e adeguata per la stampa tipografica, anche in grande formato. Questo è il parametro che mi interessa, visto il mio lavoro per l’editoria. Si vede anche, sulla destra, l’impugnatura per scattare a mano libera. Il meccanismo di rotazione dell’ottica, però, può creare qualche vibrazione che suggerisce l’uso del treppiede. Con un pò di attenzione e pratica, però, con tempi di posa veloci, è anche possibile scattare a mano libera.

Un plasticone con varie immagini scattate con la Horizon 202.

Il Lago Verney, nei pressi del Colle del Piccolo San Bernardo, in Valle d’Aosta. Fuji Velvia 50

Il Lago del Lauson, in Valnontey, laterale della Valle di Cogne, nei pressi del Rifugio Vittorio Sella. Parco Nazionale del Gran Paradiso. Kodak Elite 100

Lac de Serva, nel Parco del Mont Avic, Valle d’Aosta. Fuji Provia 100

Val Chedul, Parco Puez Odle, in Val Gardena. Fuji Sensia 100
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